29 dicembre 2009

1959

La Maria della Carnaga arrivò in Cittadella con il respiro corto; mise a terra la cesta dei panni sporchi e si passò il fazzoletto sulla fronte e sul collo; riprese un attimo fiato poi urlò un nome.


Dal portone uscirono di corsa due bambini, con calzoncini alla zuava e calze fin sotto il ginocchio; frenarono tra la polvere della strada e si fermarono a pochi passi dalla donna.

«La mamma arriva subito.» comunicò il più grande, otto anni e due occhi da furbo.

«Grazie.» sorrise la Maria nello stesso tempo in cui vide la Clara e sua sorella sul ballatoio di casa.

Si salutarono con un cenno della testa, e in silenzio presero la via per la Valletta. Passate le ultime case lasciarono la strada principale e andarono a destra, attraverso una brughiera, tra alberi di robinia.

Il rumore dell’acqua corrente li accolse all’improvviso; superato il primo rivolo d’acqua le donne si portarono verso il lavatoio in sasso.

«Bambini non vi allontanate.» si preoccupò la Clara e tirò fuori dal cesto il primo indumento. Le altre la imitarono e per qualche tempo l’unico suono intorno fu lo scroscio dell’acqua, lo SCIACK secco dei vestiti sulla pietra, lo strofinare del sapone sui tessuti e le urla dei ragazzi.

«Una mia cugina, che è in Germania a lavorare, mi ha scritto che ormai in ogni casa c’è una lavatrice.» ruppe il silenzio la Maria della Carnaga.

«Son sciuri i tognini…»

«Ma quanto costa?»

«Ehhhh!!» la Maria fece un gesto con la mano. «Solo sognare non costa niente. Però che comodità averla in casa, senza più la fatica di portarsi avanti e indietro queste ceste. Butti dentro tutto, aspetti e dopo un po’ stendi.»

«Già e non hanno inventato ancora niente che asciuga e stira e mette via?» chiese Clara, la scettica.

«Non ancora. Ma prima o poi…»

«Sì, ma non verranno mai puliti come questi.» La Clara indicò i vestiti già lavati e risciacquati. «Poi cosa c’è di più bello che restare all’aria aperta, con il profumo del bosco, allontanare il caldo all’ombra e al fresco?»

«Oggi, che siamo ad Agosto e l’afa è appiccicosa. Ma voglio sentirti tra 4 o 5 mesi, con l’acqua gelata a screpolarti le mani fino a farle sanguinare. Pensa a quanto tempo risparmiato.»

Lasciarono cadere la discussione e finirono in fretta il loro lavoro. Chiamarono i ragazzi e ritornarono sulla strada, con le braccia stanche e il pensiero di cosa preparare per cena.

«Mamma ti aiuto io.» Il bambino con gli occhi furbi prese il cesto e si allontanò a passo svelto e ciondolante.

«Non correre come al solito che poi cadi tu e i…LORÉNZ!!»

La Clara guardò sconsolata il figlio lungo disteso sopra i panni, di nuovo sporchi e impolverati; gli corse incontro e gli rifilò uno scappellotto. Poi si rivolse alle amiche: «Quando arriverà, qui da noi, la lavatrice?»

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