12 gennaio 2009

Il Pescatore e l'Assassino

Il ragazzo trovò riparo in una piccola pineta, a pochi passi dal mare. Scese da cavallo, lo accarezzò sul muso sudato dal sole d’agosto e gli sussurrò un grazie d’affetto, prima di sdraiarsi all’ombra tiepida del tramonto.
Aveva cavalcato notte e giorno, spinto dalla forza cieca della paura e ora la stanchezza lo feriva nei muscoli e nell’anima con una lama invisibile.
Senza volerlo gli occhi si fecero pesanti ed entrò a piccoli passi in un sonno senza riposo.
Parecchi minuti più tardi si accorse dell’uomo che lo osservava in silenzio. Vide con la coda dell’occhio il cavallo brucare e pensò che forse poteva riuscire a fuggire.
Tornò con lo sguardo sull’uomo. Era un vecchio, il mare e il sole gli avevano trasformato la pelle, lasciandogliela secca e dura. Aveva occhi chiari e curiosi, fissi sulla camicia di tela del ragazzo e sulle macchie di sangue che la sporcavano.
Il giovane cercò di coprirsi con le braccia e fece per alzarsi. Il pescatore gli tese la mano e il ragazzo comprese che niente era come sembrava e non era ancora tempo di fuggire.
«Non avresti qualcosa da mangiare?»
Il vecchio lo guardò negli occhi e vide occhi grandi da bambino dove la paura si era intromessa a forza. Mise le mani nella sacca che portava al collo e tirò fuori del pane. Lo spezzò in due e gli porse la parte più grossa.
«Queste macchie non sono mie» spiegò «Non volevo ucciderlo. E’ uscito dall’ombra di un vicolo, era un fantasma di carne e muscoli. E quando ho visto il coltello mi sono difeso.»
Iniziò a singhiozzare e a ripetere non volevo ucciderlo.
Il vecchio tirò fuori del vino e glielo porse.
«Grazie.» rispose l’altro dopo essersi aggrappato al liquido forte e amaro con la forza della disperazione.
Poi il ragazzo andò verso il cavallo, lo prese per le redini e montò in fretta. Guardò il pescatore e quel suo solco lungo il viso. Lo scambiò per un sorriso complice.
«Se dovessero arrivare due gendarmi, non dir loro che sono stato qui. Per favore.»
Con un colpo secco partì verso il tramonto. Il vento lo spingeva e il ronzino non lasciava tracce nella sabbia. In lontananza c’era una speranza dai contorni velati e il ragazzo non vedeva l’ora di afferrarla.
Si girò l’ultima volta a salutare il vecchio e lo vide sedersi ai piedi dell’albero e chiudere gli occhi chiari all’ombra dell’ultimo sole.

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