(Cap. 5)
Ca’ Dario è uno dei palazzi che si affacciano sul Canal
Grande. Si trova a Dorsoduro, in pratica accanto al Guggenheim, e da casa mia ci
si arriva in venti minuti. A Venezia è famosa per l’alone di mistero e per la
maledizione che la circonda. Chi vi abita è destinato alla bancarotta o a una
morte violenta. Sono solo dicerie, certo, però tra i suoi proprietari c’è stato
anche Raul Gardini, l’imprenditore coinvolto in Tangentopoli e morto suicida.
È rimasta per molto tempo invenduta, più per il costo che
per le leggende popolari. Una vecchia cortigiana piegata sotto la pompa dei
suoi monili l’ha definita D’Annunzio. La facciata è rinascimentale, in
contrasto con quelle delle altre costruzioni in stile gotico, è asimmetrica e
pende un poco a causa di un assestamento delle fondamenta. Ciò però non toglie
fascino ai marmi d’Istria con cui è decorata per tutti e quattro i piani.
Da qualche anno, Ca’ Dario è l’abitazione di
Giulio Dal Corso. Si è innamorato del dipinto di Monet in cui è raffigurata, e poiché
il palazzo costava meno del quadro si è accontentato.
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