24 giugno 2013

Tutti colpevoli recensito dal forum Leggendoscrivendo

Ecco una recensione del sito Leggendoscrivendo, un forum di appassionati e di scrittori.



TUTTI COLPEVOLI
Sergio Cova
Pietro Macchione Editore, 2012
Pagg. 230 – euro 15,00


Un tonfo e un corpo che annaspa; sale e scende oltre il pelo dell'acqua. Tiene le braccia in alto; con le mani cerca un appiglio che non c'è. Ha bisogno di aria e trova solo lago. Un cadavere nelle acque del Verbano e un'Harley Davidson rubata. Un operaio precipitato da un'impalcatura e una giornalista innamorata. Un impresario scomparso nel nulla e un uomo ucciso da un colpo di pistola.
Un luglio bollente per il commissario Scalabrin e la sua squadra di investigatori, tra il freddo della stanza del medico legale, l'afa polverosa delle spiagge affollate e l'intimità di tiepide notti insonni.
Un giallo che si legge tutto d'un fiato è l’esordio letterario dello scrittore varesino Sergio Cova, classe 1978. Vissuto a Masnago fino a qualche anno fa, ora si è trasferito a Biandronno, sull’altra sponda del lago. Geometra con la passione della lettura, scrive da qualche tempo e alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in diverse raccolte.
Questo è il suo primo romanzo.

La recensione della nostra redazione:
Un giallo discreto, narrato sottovoce, privo di trash e americanate. Molto realistico, con personaggi a cui ci si affeziona subito. A cominciare dal commissario Andrea Scalabrin, veneto trapiantato nel varesotto, dove ha messo solide radici.
Il paese – Samagno – è un’invenzione letteraria. Curiosamente, è la terza volta che mi capita di leggere uno scrittore varesino che si è inventato un paese in cui ambientare le sue storie, alla Camilleri. Qui, però, ciò che circonda Samagno è rigorosamente reale, a partire dalla Questura di Varese.
Samagno è un’ambientazione intrigante, con il lago, le colline e la campagna. Se conosci un poco i luoghi, leggendolo li vedi scorrere nella mente, con un qualcosa in più, che è l’aura tipica della fantasia.
La storia, invece, è quanto di più attuale si possa trovare. Giallo, sì, ma anche nero, ed è il nero delle anime, di gente che antepone l’utile alla vita umana. È anche il vuoto di un mondo dove contano le conoscenze, le relazioni, e quasi nulla il merito. Ma l’autore va oltre, non si ferma al biasimo per un personaggio come il vice-commissario Mutti, inetto, indolente, arrogante. Cova ci mostra, tra le righe, anche il disagio nascosto, di quest’uomo, che agisce per abitudine, o per difesa, ma in fondo dolorosamente consapevole della propria inutilità.
È il primo romanzo di Sergio Cova, che ha dalla sua anche la giovane età. Se il buongiorno si vede dal mattino, è un giallista di cui sentiremo parlare.
(Lilli Luini)

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